Per “Network Security” si intende quell’insieme di soluzioni che, attraverso tecnologie software e hardware, proteggono l’accessibilità alle reti informatiche aziendali.

Sono soluzioni fondamentali per fronteggiare la vulnerabilità che ogni organizzazione, indipendentemente dalle dimensioni, settore di appartenenza e tipologia di infrastruttura adottata, presenta.

Dati e informazioni sensibili sono oggetto principale di attacchi, quando reti e sistemi informativi non sono ben protetti, mettendo così a rischio l’incolumità dell’organizzazione.

Proprio per questo diventa fondamentale comprendere appieno che cosa davvero significhi Network Security e l’importanza di adottare strumenti che tutelino l’azienda e le informazioni presenti al suo interno.

Network security: che cos’è?

La Network Security, riguarda tutte quelle pratiche e processi adottati per prevenire, rilevare e monitorare gli accessi non autorizzati e l’uso improprio di una rete di computer – sia pubblica che privata – e delle risorse accessibili dalla rete.

I due termini-Network e Security- sono l’uno strettamente dipendente all’altro, dove un processo in cui la rete non può fare a meno di un piano di sicurezza e si concretizza, con le sue prassi, all’interno delle reti, luogo ormai di minacce e di attacchi ripetuti.

È stato con l’avvento del GDPR, a maggio del 2018, e con gli adempimenti che ha imposto il legislatore, che è aumentata sempre di più, da parte delle aziende, l’importanza strategica della sicurezza delle reti e della protezione dei dati.

Questo aspetto inizia, inoltre, a essere compreso anche dalle Piccole e Medie imprese, riguardo l’adozione di soluzioni e servizi per la Network Security, confermando che la sicurezza non è solo priorità delle grandi e complesse strutture.

A tal proposito, l’attenzione sulla network security è aumentata sempre di più, tant’è che nel primo trimestre del 2020, con lo scoppio della pandemia da Covid, che ha trasformato in necessità quello che invece, per molte organizzazioni, sembrava un aspetto irrilevante delle più generali politiche di sicurezza.

Con il fenomeno pandemico che sta affliggendo il mondo, è aumentata in modo radicale la modalità di lavoro in smart working, adottata, a livello globale, da tutte le imprese, ed ha aperto una questione spinosa: quella del rischio di attacchi informatici ai danni delle imprese per le quali lo smart worker lavora.

Tale rischio aumenta col trascorrere del tempo che il dipendente passa connesso ai dispositivi mobili forniti dall’azienda.

Su questo argomento, si è pronunciata anche ENISA, Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione, con una serie di raccomandazioni da adottare da parte dei datori, tra cui prestare assoluta attenzione alle caratteristiche tecniche e alle protezioni della Rete Privata Virtuale (VPN) aziendale, in modo che questa sia in grado di sostenere un alto numero di collegamenti simultanei. Sempre l’Agenzia, raccomanda che tutti gli applicativi aziendali siano accessibili solo attraverso canali di comunicazione cifrati.

Con lo smart working, attraverso la rete vengono scambiati documenti sensibili, quali informazioni riservate, dati che possono riguardare per esempio, nuovi contatti o nuovi prodotti, e soprattutto, vi è un dialogo tra azienda, forza lavoro e dispositivi IoT dislocati su un territorio, in una comunicazione che coinvolge filiali, sedi centrali, macchine fisicamente presenti in luoghi distinti, clienti, partner e fornitori, l’unico luogo di incontro è appunto la rete.

Perciò, il lavoro agile ha trasmesso ai datori di lavoro l’importanza della Network Security per la tutela della propria organizzazione. Mettere in sicurezza la rete aziendale – e, conseguentemente, tutto quello che vi transita – comporta, la protezione e la tutela del proprio business e della produttività.

Proteggi la tua rete aziendale.

È possibile proteggere la propria rete aziendale da accessi non autorizzati, malfunzionamenti, utilizzi e modifiche improprie dei dati, attraverso la creazione di un ambiente dove gli asset aziendali possono essere utilizzati in modo sicuro, proteggendoli da chiunque non sia autorizzato, impedendone così l’accesso alle reti e ai dispostivi connessi.

La Network Security si fonda su tre specifiche fasi: la prima fase è detta di “protezione”, che consiste nel configurare i propri sistemi e le proprie reti per renderle più sicure; un ulteriore fase definita di “individuazione”, ovvero l’identificazione di cambiamenti nella configurazione dei propri sistemi lì dove il traffico di rete segnali problematiche di sicurezza; un’ulteriore fase, definita  di “reazione”, fa riferimento a una risposta efficace alle problematiche individuate, offrendo così la possibilità di ritornare alla condizione di sicurezza nel minor tempo possibile.

Fino ad ora sono stati accennati solo alcuni concetti di sicurezza. Tuttavia, la security delle reti e dei dati poggia anche sulle Best Practice di Network Security, che è necessario seguire, in azienda. Fra queste troviamo, il Vulnerability Assessment e il Penetration Test, che sono due processi differenti tra loro, dove il primo identifica il processo di rilevazione delle minacce e delle vulnerabilità che possono colpire un preciso obiettivo dell’infrastruttura IT e il secondo le vulnerabilità di un particolare strumento o network.

Per quanto concerne invece la Penetretion Test, è una prassi che identifica le vulnerabilità di uno specifico strumento (per esempio una applicazione o di un servizio online) o di una rete. Essa si avvale proprio di queste debolezze dell’infrastruttura per penetrare nel sistema aziendale – come farebbe un cybercriminale – col lo scopo di studiarlo e di aumentare il livello di sicurezza. In poche parole agisce e ragiona come farebbe un cybercriminale cosi da migliorare le debolezze dell’infrastruttura.

Lo scopo è quello di verificare eventuali fragilità del sistema prima che si verifichi un attacco, evitando così conseguenze gravi nei confronti dell’azienda. 

La Network Security consiste di tre controlli differenti, ossia di tipo fisico, tecnico e amministrativo. Andiamo ad analizzarli uno per uno.

I controlli di sicurezza della rete fisica hanno lo scopo di impedire che il personale dell’azienda non autorizzato ottenga l’accesso a componenti della rete come, ad esempio, router, armadi di cavi.

I controlli di tipo tecnico, invece, sono volti a proteggere i dati archiviati nella rete o in transito – in ingresso o in uscita – con una duplice funzione, ovvero quella di proteggere i dati e i sistemi dal personale non autorizzato e dall’attività dannosa dei dipendenti.

Per ultimo, come accennato sopra, abbiamo i controlli di tipo amministrativo, che sono costituiti da policy e da processi di sicurezza che monitorano il comportamento degli utenti, come ad esempio: le modalità di autenticazione, il livello di accesso e anche la maniera con cui il personale IT implementa le modifiche all’infrastruttura.

Quali sono i tipi di sicurezza?

Per la protezione delle reti aziendali, esistono diversi dispositivi di sicurezza. Partiamo innanzitutto facendo una distinzione tra:

  • Device attivi (tra cui firewall, antivirus e dispositivi di content-filtering), i quali bloccano il traffico mentre questo è in transito verso i server.
  •  Device passivi (tra cui gli Intrusion Detection System – IDS) che rilevano e segnalano il traffico non desiderato.

I firewall sono sistemi di protezione in grado di filtrare il traffico da e verso una qualsiasi rete di computer e lasciano passare solo ciò che rispetta determinate regole. La tipologia di firewall più utilizza per la protezione di reti e computer sono i “network firewall, che si basano su una componente hardware capace di filtrare tutto il traffico che una determina rete informatica scambia con l’esterno.

I software antivirus, invece, proteggono le reti da tutta una serie di minacce esterne quali, ad esempio, virus, ransomware e tutti i tipi di malware.

Gli antivirus più affidabili sono quelli che, effettuano scansioni e tracciature continue.

I sistemi di content filtering sono dei software che filtrano il traffico in ingresso, che vanno ad eliminare i contenuti ritenuti potenzialmente dannosi.

Poi ci sono gli Intrusion Detection System, programmati per analizzare il traffico – sulle reti e attraverso i sistemi – che hanno come scopo quello di rilevare elementi anomali e attività considerate sospette, e i cosiddetti Intrusion Prevention System (IPS) che, in sostanza, funzionano in maniera simile, ma con una differenza: agiscono eliminando i file dannosi già ricevuti e identificano – bloccandole – le intrusioni esterne.

Inoltre, esiste anche una gestione unificata delle minacce informatiche descritte. È il caso dei sistemi UTM (Unified Threat Management) che, integrando in un’unica soluzione più funzioni di sicurezza, permettono di controllare, gestire ed eliminare tutte le minacce informatiche da un unico sistema centralizzato.

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